Ciao, Anita!

Un omaggio alla musa di Federico Fellini ed icona de “La Dolce Vita”: l’attrice svedese Anita Ekberg.

 

Esistono immagini, ricordi collettivi, che non sbiadiscono. Sono lì, sedimentati dal tempo e gran parte di quel che siamo si raccoglie in quei piccolissimi gesti. Succede con le grandi canzoni e con i grandi film, quando ci si sente parte di una grandezza, di una bellezza così forte da rincorrerla e amarla. Anita Ekberg che si tuffa nella fontana di Trevi invitando Mastroianni a seguirla è senza dubbio una di quelle immagini. Un piccolo pezzo di un grande film che è rimasto nella nostra storia più bella. Era la “La dolce vita” fatta di divi e dive e film irripetibili; quell’epoca in cui le star mondiali passavano dall’Italia, sempre.

 

 

 

Musa ed icona di quel periodo Anita Ekberg si è spenta ieri rivelando al mondo una verità scomoda, ingombrante. Dietro a quel volto angelico, dietro quell’immensa bellezza simbolo degli inizi degli anni ’60, era rimasta solo una signora ottantatreenne con molti acciacchi e pochissimi soldi. Ultimo gesto disperato in cerca di aiuto fu nel 2011, quando chiese alla Fondazione Fellini di Rimini, di provvedere a lei dopo esser stata ricoverata per una rottura del femore che l’aveva resa non più autonoma. Non era rimasto niente della grande diva, dei flirt con Frank Sinatra, che la chiese in sposa e Gianni Agnelli, che lei stessa definì l’uomo più importante della sua vita. Non era rimasto nulla della patina dorata di quegli anni magici.

 

Anita Ekberg e Frank Sinatra.

 

 

Kerstin Anita Marianne Ekberg era nata a Malmö, il 29 settembre 1931, e a soli 19 anni aveva vinto il titolo di Miss Svezia che l’aveva portata negli States dove il produttore Howard Hughes la introdussee nel mondo del cinema e facendola recitare nel 1953 in “Viaggio sul Pianeta Venere”, con Gianni e Pinotto. Subito dopo arrivò il ruolo in “Artisti e Modelle” accanto ai già noti Jerry Lewis e Dean Martin con cui avrebbe continuato a collaborare l’anno dopo in “Hollywood o morte!”, film di Frank Tashlin che le fece vincere il Golden Globe come migliore attrice emergente.

 

 

Sempre nel 1953 partecipa al fianco di Audrey Hepburn e Vittorio Gassman al kolossal “Guerra e Pace”. Molti film e ruoli durante il lungo percorso che la portò al ruolo di Sylvia nel film di Federico Fellini “La dolce vita”, prova attoriale che la consegnò definitivamente al grande pubblico e la rese una delle icone del decennio. Fellini tornerà poi a dirigerla nel 1962 in “Boccaccio ’70”, ne “I Clowns” nel 1970, e in “Intervista” nel 1987. Brevemente fidanzata con Dino Risi nel 1961 recitò nel suo “A porte chiuse” e poi di nuovo al fianco di Dean Martin, Frank Sinatra e Ursula Andress nel 1963. Grandi nomi e colleghi anche nelle produzioni successive, quando lavorò con De Sica e Alberto Sordi ma poche interpretazioni che riuscissero a regalarle di nuovo la fama ed il successo de “La dolce vita”.

 

 

Da ruoli come sex symbol negli anni settanta negli anni ’80 cambiò anche il suo approccio alla recitazione diventando una caratterista in “Cicciabomba” con Donatella Rettore nel 1982 e con Christian De Sica nel 1992 in “Cattive ragazze”. Nel 2002 partecipa a “Il bello delle donne”, una serie tv su canale 5.  Col bloccarsi della sua carriera si bloccarono anche i presunti flirt. Nella sua vita sentimentale due matrimoni, il primo dal 1956 al 1959 con l’attore inglese Anthony Steel, morto anche lui solo e senza risorse in Inghilterra nel 2001 e considerato negli anni ’50 uno degli attori più popolari del Regno Unito. Il secondo matrimonio, fu invece più lungo dal 1963 al 1975 con l’attore Rik Van Nutter, attore in film minori e conosciuto principalmente per il ruolo di Felix Leiter in Agente 007. Con Anita Ekberg va via un po’ di quella dolce vita, in cui hanno brillato stelle bellissime e capolavori del grande schermo lasciando un po’ di amarezza per non aver saputo, in tempo, regalarle il rispetto ed il decoro  con cui lei, da sempre, aveva guardato all’Italia.

   

 

 

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