Chiara Condi, imprenditrice e attivista per la gender equality

Continua la nostra rubrica Women’s Conversations: chiacchieriamo con donne della loro vita e obiettivi. Oggi con noi c’è Chiara Condi, attivista e fondatrice dell’associazione Led By Her, ci racconta la sua battaglia nel combattere le disuguaglianze con l’obiettivo di raggiungere la gender equality.

 

Ciao Chiara. Ci racconti un po’ di te?

Sono dodici anni che lavoro sulla causa delle donne. Ho iniziato a lavorare per la Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo, integrando la questione delle donne nei progetti di investimento della Banca in diversi settori. Questa prima esperienza mi ha fatto capire che nessun progetto aveva lo stesso effetto sugli uomini e le donne. Ho provato una grande ingiustizia, che mi ha fatto capire che dovevo lavorare su questo.

Successivamente ho capito di voler portare la mia voce, quindi ho creato la mia associazione, chiamata Led By Her, che lavora sull’imprenditoria femminile e i diritti delle donne. Ho creato il primo programma che aiuta le donne vittime di violenza a ricostruirsi tramite l’imprenditoria.

Vedere i risultati, collaborando con volontari e partner, mi sono spinta oltre. Non solo volevo riparare i danni causati dalle disuguaglianze ma volevo far sì che non capitassero più. Ho iniziato quindi ad avere un approccio più attivista, tenendo conferenze in giro per il mondo, scrivendo articoli e creando un podcast, sensibilizzando sul tema della gender equality e cosa si può fare per lottare contro le discriminazioni.

Sono molto dedita a questa causa e cercherò, insieme ai miei collaboratori, di arrivare il prima possibile alla parità tra i generi.

Qual è una tua abitudine giornaliera alla quale non rinunci mai?

Ho imparato una cosa grazie a Hazel Ortega in un’intervista che le ho fatto, che trovate sul mio canale YouTube. Mi ha detto di visualizzare visualizzare cosa volevo raggiungere nel mio futuro e fare un disegno. Tengo questo disegno accanto al mio letto e lo guardo ogni mattina, così programmo il mio cervello visualizzando gli obiettivi.

Poi faccio una colazione abbondante!

Il tuo rapporto con il vestirsi è cambiato in periodo di Covid? Se sì, in che modo?

Ovviamente per un po’ non mi sono comprata abiti da sera e da gala. Io ho cercato sempre di vestirmi, cercando di tenere un rigore. Vestirsi fa parte di ciò che sei, della tua immagine, quindi è importante non perdere la quotidianità del gesto.

Un po’ è cambiato il focus: con tutte queste video call, alcuni capi rendono meglio in videocamera di altri, perciò c’è stato un primo periodo di adattamento a questa nuova condizione.

Che impatto ha, secondo te che lavori con le donne, il modo in cui si veste una donna e il modo in cui si sente?

Penso che l’immagine che hai fuori rispecchi molto l’immagine che hai dentro di te. La fiducia in te stessa è di conseguenza quello che mostri al mondo esterno.

È una cosa su cui lavoriamo anche con l’associazione tramite re-looking (cambio del look) delle donne che aiutiamo. Tutto parte da noi stessi, la cura di noi stessi è importante perché fa parte di un benessere che vogliamo raggiungere e poter dare il nostro meglio.

Come fai shopping, online o in boutique? Come vedi lo shopping del futuro?

Io non amo molto acquistare online, preferisco andare nei negozi. Online alcune volte è difficile capire come veste un capo. In negozio tuttavia non sempre si trovano le taglie, quindi capita spesso che vada in negozio e successivamente acquisti online, così magari trovo anche qualche sconto! Inoltre non mi piace fare resi, trovo che sia una perdita di tempo. In negozio scopro anche nuovi brand, e dopo averli provati, continuo a comprarli. Online invece è difficile, perché non so se mi può stare bene o meno.

Che consiglio darebbe la Chiara di oggi alla Chiara ventenne?

Il mio consiglio sarebbe quello di sognare in grandissimo perché ho capito che le cose sono ugualmente difficili da realizzare quindi tanto vale sognare in grandissimo e cercare di raggiungere qualcosa di astronomico.

Cos’è per te la realizzazione personale? E quali sono le cose fondamentali per raggiungerla?

La realizzazione personale è molto relativa e personale perché qualcuno può sentirsi realizzato con una cosa, ma quella stessa cosa può non far sentire me realizzata. Con il passare del tempo ho notato anche che ogni volta che realizzo e raggiungo dei miei obiettivi, sono felicissima sul momento, ma poi quella felicità passa in fretta, è passeggera, e quindi comincio a pensare alla prossima cosa che devo raggiungere. Per questo secondo me è sempre più importante che quella serenità non venga da elementi esterni, ma che derivi da uno stato costante che si ha all’interno di noi stessi, di equilibrio e felicità con quello che si ha in quel momento, piuttosto che pensare che saremo felici solo quando avremo un certo tipo di marito, uno stipendio più importante, una macchina, e così via. E questo è ciò su cui dobbiamo lavorare, perché quella felicità che proviamo quando realizziamo qualcosa di materiale, non è ciò che ci rende veramente felici. Ciò che ci rende veramente felici è la nostra vita, la nostra quotidianità.

Parliamo di cambiamento: se potessi cambiare qualcosa del tuo settore cosa cambieresti? Cosa potrebbe fare la differenza per raggiungere questo cambiamento?

Cambierei la quantità di energie e risorse che vengono dedicate oggi per raggiungere la gender equality perché sono ancora troppo poche. Mi chiedo perché non stiamo investendo in questo nelle aziende, nelle scuole, in tutto? Perché non stiamo ancora mettendo le risorse necessarie per creare realmente un cambiamento? Le cose purtroppo cambiano ancora troppo lentamente e quindi ciò che potrebbe fare davvero la differenza è il tempo e l’energia e le risorse dedicate a questa causa, che poi è la causa della nostra generazione.

Avresti mai immaginato che ci sarebbe stata la possibilità di noleggiare abiti? E quali sono secondo te i vantaggi e gli svantaggi del noleggio?

Non ho mai noleggiato degli abiti online, ma mi è capitato tra amiche o in famiglia di prestarci degli abiti, quindi penso che non sia molto diverso alla fine. Penso che sia una cosa che le donne hanno sempre fatto in modo molto più “informale” anche se non esisteva una piattaforma dedicata. Noleggiare sicuramente mi aiuterebbe a non riempire più i miei armadi, ma forse non lo farei regolarmente con dei vestiti normali, ma più per degli eventi speciali o dei gala.

Grazie Chiara della chiacchierata!

Grazie a voi!

 

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