New York e London Fashion Week autunno inverno 2023

Cos’abbiamo visto durante le Fashion Week di New York e Londra

Manca poco alla fine di febbraio: si sa, è il mese più breve dell’anno, ma non per questo meno intenso degli altri. Specialmente per chi ama la moda, che sa bene di dover stare sull’attenti.
Il 10 febbraio infatti, è iniziata la New York Fashion Week (con le collezioni autunno inverno 2023), seguita poi da quella di Londra, appena conclusa, Milano e Parigi.
E proprio mentre attendiamo impazienti di scoprire cosa porterà sotto i riflettori la Milano Fashion Week ormai alle porte, vale la  pena di ricordare i migliori momenti visti fra le strade e le passerelle newyorkesi e londinesi.

NEW YORK

Non passa decisamente inosservato il ritorno di Rodarte, assente dal calendario della New York Fashion Week dallo scoppio della pandemia.
Le designer Kate e Laura Mulleavy hanno messo in scena un banchetto animato da creature goth e fate dall’aspetto magico e inquietante.
Pizzi, volant, rossetti extra dark degni di Mercoledì Addams ed esplosioni di lurex portano in scena una collezione inaspettata, accentuata anche dalle illustrazioni coloratissime di fate come stampe di alcuni abiti.

Dal mondo delle creature fatate entriamo poi in quello del Piccolo Principe, classico intramontabile di Antoine De SaintExupéry, omaggiato da Thom Browne con una collezione in cui il tempo sembra fermarsi. L’aereo precipitato nel deserto e i pianeti che si affacciano sopra le teste degli spettatori, fanno da contorno ad acconciature e abiti ispirati alla celebre opera.
Abiti lunghi in seta bianca intarsiati da illustrazioni e orologi su scarpe e borse ci ricordano che il valore di ciò che amiamo sta nel tempo che gli dedichiamo.

In netto contrasto troviamo Michael Kors con una collezione che ruota intorno al glamour: maxi cappotti e frange, grandi occhiali da sole e tante, tantissime paillettes. La palette colori gioca sulle tonalità del grigio e del marrone, ma a predominare in passerella è un ipnotico total black.
Dall’estetica più femminile e pulita, colpiscono invece Gabriela Hearst e Proenza Schouler, rispettivamente con lunghe gonne in morbida maglia abbinate ad anfibi e shirt jacket, e con capispalla, gonne e pantaloni in cui linee sartoriali e giochi di proporzioni sono protagoniste.

La New York Fashion Week non ha fallito nel regalarci anche particolari più stravaganti: impossibile non citare Collina Strada e Puppets and Puppets.
Maschere da animali piuttosto realistiche, orecchie appuntite, pantaloni appesi al collo e inaspettati bra a forma di uova: una vera sfida non rimanere a bocca aperta.
E sempre a bocca aperta ci hanno lasciato i Big Red Boots, gli stivali creati dal collettivo artistico MSCHF, ispirati al cartone animato Astro Boy: circa 2kg (per stivale) di oggettiva stravaganza e appariscenza tutta in rosso. Destinati, nel bene o nel male, a far parlare molto di sé.

LONDRA

La settimana della moda inglese si è aperta con un omaggio alla leggendaria Vivienne Westwood, scomparsa lo scorso dicembre a Londra. La stilista è stata ricordata con una messa in sua memoria alla Southwork Cathedral di Londra che si è tenuta poche ore prima dell’inizio delle sfilate nella City. Le numerose celebrità presenti, come Helena Bonham Carter, hanno omaggiato la regina del Punk con dei look pieni di creatività della designer. 

Spostandoci alla passerella della London Fashion Week, attesissimo momento è stato il debutto di Daniel Lee in casa Burberry, che ha preso le redini della Maison dopo lenorme successo ottenuto con Bottega Veneta. Il risultato? Una collezione legittimata dall’identità British del designer, in cui non mancano gli essenziali dell’immaginario Burberry: il celebre tartan torna in molteplici proposte cromatiche e liconico trench tipico inglese spicca insieme agli stivali di gomma. Agli elementi classici Daniel Lee ci ha messo del suo, aggiungendo decorazioni e applicazioni che ricordano la campagna inglese, una borsa dell’acqua calda e caldi colori del foliàge misti al blu intenso e magenta.

Un altro appuntamento memorabile è stato quello di Moncler, che ha dato luogo all’esperienza immersiva “The Art of Genius” all’Olympia di Londra, svelando una serie di nuove collaborazioni. Hanno partecipato quindi numerosi artisti, come Pharrell Williams, Alicia Keys, marchi come MercedesBenz e Adidas Original, ognuno con i propri spazi per presentare i loro progetti creativi, e persino Rick Owens, in un intervento di cocreazione della collezione Moncler x Rick Owens.

Tra le sfilate che hanno maggiormente colpito troviamo poi Simone Rocha, con una collezione ispirata ai rituali che circondano Lughnasadh, la festa del raccolto in Irlanda. Un tripudio di texture che vanno dal lurex stropicciato alla ciniglia e al tulle, fino alle fettucce in tessuto tecnico. Blu inchiostro e nero contrastano con toni di rosa carne evocando emozioni e romanticismo, mescolati a lampi di rosso e oro brillante. Richard Quinn ha creato un giardino segreto per la sua sfilata, ma nonostante questo, guanti di lattice, cappotti d’opera a palloncino e piume esuberanti (stili familiari di Quinn), restano presenti immersi nel contesto idilliaco del giardino. Un giardino segreto inglese sì, ma il più fantasy possibile.

Ispirazione totalmente opposta quella di Erdem, dove lo stilista è partito dall’idea di follia vittoriana e alla storia della sua casa di Bloomsbury. Medaglioni e chiavi spezzate come accessori, abiti di cotone popeline voluminosi, altri di pizzo o shantung stropicciato, completi con orli lasciati al vivo e rouches enormi a ricoprire gli abiti: una sfilata teatrale al punto di diventare quasi performativa, intrisa di emozioni e di storia.

Tra i designer emergenti da scoprire salta all’occhio Yuhan Wang, che gioca con l’idea di iperfemminilità e con binomio forzafragilità, combinando capi sfiziosi e inaspettati con altri dal carattere nettamente deciso, ottenendo da subito il timbro di approvazione di Kylie Jenner, Alexa Chung e Olivia Wilde. Anche il marchio Di Petsa non fallisce nel farsi notare: tra i più popolari nella lista delle novità, spicca con i suoi “wet look”, abiti leggeri e impalpabili come pepli che avvolgono le forme con morbidezza. Alla base c’è il concetto di bodypositivity, molto caro alla designer.

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