Giorgia Panseca, gallerista appassionata di cinematografia e letteratura

Continua la nostra rubrica Women’s Conversations: chiacchieriamo con donne, della loro vita e obiettivi. Oggi con noi c’è Giorgia Panseca, gallerista d’arte appassionata di cinematografia e letteratura, fondatrice di A’Nica Art Gallery a Milano e Residenza di Artista a Pantelleria.

Ciao Giorgia, ci racconti un po’ di te?

Dopo aver condotto gli studi alla Scuola Americana dai 3 ai 18 anni mi sono ritrovata fuori dalla bolla di protezione di quell’ambiente tanto amato, circondata da amici di una vita e professori diventati una seconda famiglia. Fuori dalla bolla ho deciso di colmare quelle che reputavo delle grosse lacune intellettuali, iscrivendomi all’Università Cattolica di Milano, alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Finito il mio percorso più tradizionale proseguo nel campo del Cinema, mia grande passione assieme all’Arte contemporanea. Una parentesi all’estero mi porta a vivere a Berlino per un periodo di quattro anni per poi fare ritorno a Milano dove decido di intraprendere la mia attività in solitaria, all’alba dei miei trent’anni. Inauguro così la mia galleria d’arte contemporanea, A’Nica Art Gallery arrivando così ad oggi.

La tua giornata tipo? Hai delle abitudini giornaliere che reputi importanti e alle quali non rinunci mai?

Con il tempo ho cominciato a dare più importanza a me stessa e a quelle che sono le esigenze del mio corpo. Il lavoro a Berlino mi ha fatto rendere conto che dovevo cautelare la mia persona, i miei ritmi naturali, senza dover obbligatoriamente vivere dando priorità a una deadline fatale e senza tener conto di quello che mi stava succedendo intorno. Il lavoro in proprio mi ha dato una disciplina diversa. Sono io a dover tener conto delle priorità ma posso anche permettermi di fermarmi e di darmi tempo quando lo reputo necessario. La mia routine è incentrata sul benessere psicofisico con inevitabili momenti di accelerazione e pressione ma ben bilanciati tra di loro. Amo svegliarmi facendo una lenta colazione, facendo il punto della situazione per dare il ritmo alla giornata. Mi divido poi tra la gestione della galleria, degli artisti con cui lavoro, dei clienti e dell’approfondimento tra fiere settoriali, mostre e musei. Da un anno a questa parte ho fondato anche una Residenza di Artista a Pantelleria che mi porta ad allontanarmi da Milano per diversi mesi all’anno per tornare a una dimensione più lenta e dilatata dove porto artisti internazionali che si lasciano ispirare dalla magia dell’isola. Importantissime per me la lettura e la cinematografia. Considero entrambe le cose due rituali a cui non vorrei mai rinunciare. Non c’è niente che ami di più della lettura e del racconto cinematografico.

Che impatto ha secondo te il modo in cui una donna si veste, con il modo in cui si sente?

Il modo in cui una donna si veste denota una sfumatura della personalità, come il modo di parlare, il camminare, lo scherzare. Trovo che l’abbigliamento descriva molto una parte di noi stessi e delle nostre particolarità caratteriali: l’austerità, la frivolezza, la vanità, la timidezza. Credo che una donna possa sentirsi a suo agio quando finalmente impara a conoscersi e a vestirsi di conseguenza; al di là della moda. L’omologazione in età adolescenziale ne è un po’ una prova, nasce da insicurezze e da una consapevolezza limitata di se stesse. Con il passare del tempo invece, ci ritroviamo e riconosciamo anche nella rappresentazione di ciò che indossiamo. Non mi sentirei mai a mio agio in abiti in cui non possa riconoscermi o sentirmi me stessa.

Come fai shopping? Online o in Boutique? E come vedi lo shopping del futuro?

Il mio shopping è casuale, non mi prendo delle giornate dedicate. Ho degli abiti da tutti i giorni che compro ciclicamente perché so che mi fanno sentire a mio agio e con cui sono pronta velocemente, principalmente monocromi, che siano di qualità. Con il tempo ho dato priorità ad avere meno. Poi mi perdo in piccoli innamoramenti, accessori particolari, abiti speciali che trovo sia online che in boutique. Lo shopping del futuro lo immagino ancora diviso tra online e offline, per quanto ami poter fare shopping online in qualsiasi momento della giornata, amo allo stesso modo quella botta di adrenalina data dall’acquisto impulsivo e dall’innamoramento cieco.

Che consiglio darebbe la Giorgia di oggi alla Giorgia ventenne?

Alla Giorgia ventenne direi che è ancora presto per avere le idee chiare, di vivere bilanciando leggerezza e serietà, di seguire l’istinto. Nessuno meglio di te sa quale sia la tua strada.

Cos’è per te la realizzazione personale? E quali sono le cose fondamentali per raggiungerla?

Per me la realizzazione lavorativa è il piacere con cui si intraprende un progetto. La passione che spinge alla realizzazione di un’idea. Al di là del fatto che possa o non possa essere di successo, la passione è l’unica cosa che conta nella concretizzazione di un progetto. La stessa passione che in corso d’opera non farà sentire la fatica; non farà pesare la scelta compiuta e non farà demordere nel perseguire l’obiettivo.

Parliamo di cambiamento: se potessi cambiare qualcosa del tuo settore cosa cambieresti? Cosa potrebbe fare la differenza per raggiungere questo cambiamento?

Nel mio settore cambierei l’idea élitaria che si ha del mondo dell’arte. Ho sempre paura della non inclusività, del disagio che si ha nel varcare la porta di una galleria d’arte, nella timidezza di essere curiosi di un qualcosa che sembri di nicchia. Mi piacerebbe che le galleria d’arte diventassero dei piccoli musei, al di là dell’acquisto, dove passare del tempo. Rendere tutto molto più informale e meno supponente, più divertente, più goliardico.

Avresti mai immaginato che ci sarebbe stata la possibilità di noleggiare abiti? E quali sono secondo te i vantaggi e gli svantaggi del noleggio?

Il noleggio degli abiti trovo sia un’idea geniale. Non abbiamo bisogno di tutto ma quando serve qualcosa di particolare perché non noleggiare anziché acquistare? Ho passato anni a fare decluttering e a cercare di smaltire tutto ciò che pensavo di dover possedere, quando invece mi sono ritrovata a capire che serviva solo per un’occasione (o nemmeno), in attesa di essere indossato in data da destinarsi. Credo che il noleggio sia un gesto consapevole in un mondo dove i consumi sono esagerati. E poi, se proprio ci entra nel cuore un pezzo, c’è sempre la possibilità di acquistarlo in seguito.

Grazie Giorgia della chiacchierata!

Grazie a voi!

Puoi seguire Giorgia a questi link:

A’Nica Art Gallery

Terranera Pantelleria

Parco Dei Sesi

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